15.4.07

La Forza che è reale

E' opinione diffusa ritenere che la maggior parte dei mali dell'essere umano derivino da una mancanza di risposte: cos'è l'uomo, ma soprattutto cos'è la vita e quale il senso dell'esistenza. Troppe domande insolute, che relegano l'essere umano in una condizione d'incertezza, di paura e, quindi, di infelicità.
In realtà, gran parte del disagio umano ha origine per l'esatto contrario: l'Uomo ormai sa di se stesso e di ciò che gli sta intorno molto più di quanto Egli non abbia saputo in passato. Conosce della sua origine e dei meccanismi che ne regolano l'esistenza, e più apprende più non riesce ad arrendersi alla verità: ogni cosa ha un principio ed una fine, la vita umana compresa.

La vera differenza tra gli uomini, pertanto, sta tutta qui: c'è chi, per costrizione o per scelta, l'esistenza la subisce, e chi invece all'ordine primordiale della vita e della lotta per la sopravvivenza cerca di contrapporre un ordine superiore. Le religioni, tutte, servono anche a questo: oltre a intorpidire la paura della morte, convincono l'uomo di poter diventare parte di un disegno superiore, del disegno per eccellenza, quello divino.
Ma la forza che muove ed inebria il credente non è certo il tocco di un dio: è la forza mentale dell'Uomo stesso, il quale, iniziando a sentirsi parte di un disegno superiore e cominciando a comportarsi di conseguenza, proietta poco a poco se stesso oltre la realtà circostante, rompendo prima gli automatismi e poi i criteri con cui, fino ad allora, era solito rapportarsi col mondo.


Ai discepoli che gli chiedevano perché essi non fossero capaci di scacciare il demonio, Gesù risponde:
- Perché non avete fede. Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: "Spostati da qui a là" e il monte si sposterà. Niente sarà impossibile per voi -.
Matteo, 17, 20

Ma la fede di cui parla Gesù è la stessa forza spirituale che ritroviamo nell'etica samurai. Non a caso l'effetto è identico:
Quando si è determinati, l'impossibile non esiste: allora si possono muovere cielo e terra. Ma quando l'uomo è privo di coraggio, non può persuadersene. Muovere cielo e terra senza sforzo è una semplice questione di concentrazione.
Hagakure, 1, 144


Naturalmente non saranno le montagne o il cielo a spostarsi, né l'uomo o tanto meno un dio a spostarle. Il riferimento di Gesù e dell'Hagakure è alla forza mentale insita nell'essere umano, il quale, nel costante tentativo di protendersi verso una realtà superiore, inizia ad adottare uno stile di vita improntato su princìpi che egli ritiene superiori: in questo modo la percezione che egli ha di se stesso aumenta, quella della realtà circostante diventa meno opprimente, così che alla fine l'Uomo può anche arrivare a sentirsi potenzialmente in grado di muovere persino la volta celeste. Questa è la potenza della mente, e i suoi effetti, nel bene e nel male, sono reali.

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